mercoledì 31 luglio 2013

Free Samples

Un film di Jay Gammill con Jesse Eisenberg e Jess Weixler. USA, 2012

E' stata presentata al Tribeca Film Festival ed è l'opera prima del giovane regista Jay Gammill, una commedia indipendente abilmente scritta ed interpretata.

Una giornata insieme a Jillian, sul furgoncino dei gelati dell'amica e riflettere sulla vita, sulla famiglia e le amicizie: una sbornia da smaltire sulle spalle e un'ironia cinica e brillante per affrontare la mattinata. Come in una danza che tutto muove e tutto risolve, sfilano davanti a lei diversi personaggi: una nutrita schiera di bizzarri individui, ognuno portatore del proprio carico d'amore (o meno), che si avvicendano influendo continuamente sul destino della protagonista e sulla sua giornata scura.

Manca poco alle unità di tempo e luogo che rendono i film sempre particolari: Jess Weixler entra perfettamente in un ruolo non facile, divertente ma anche drammatico, mentre Eisenberg (visto in To Rome With Love) in un ruolo molto contenuto ma intenso, risolutore, dimostra ottime qualità attoriali, forse un po' troppo sottovalutate.
La camera a mano iniziale, le riprese in auto, attori e location perfettamente integrati nei colori, nelle linee, i dialoghi non scontati rendono questo esordio, un'opera prima di tutto rispetto, leggera, divertente con un retrogusto malinconico correlato alla protagonista Jillian, sfaccendata, confusa, un po' alcolizzata ma sempre lucida nella sua intrinseca tristezza. Una donna forte, nonostante le apparenze, che sa affrontare con accettabile razionalità e coincidenze di una giornata lunga, ricca di imprevisti, ostacoli e mani tese.

Free Samples: it premiered at the Tribeca Film Festival and it is the first work of the young director Jay Gammill. The movie is an independent and well written comedy.
The plot turns about a day with Jillian, at the edge of her bestfriens's ice cream truck, reflecting on life, love, family and friendship. As a dance that moves everything, a group of eccentric characters, each carrying (or not) its own load of love, alternates continuously influencing the fate of the protagonist and her dark days.
Jess Weixler stars perfectly in a funny but also dramatic role, not easy, while Eisenberg (seen in To Rome With Love) plays a very content but intense solver character, showing excellent actorial qualities.
I loved the hand-held camera, shooting in auto, actors and locations perfectly integrated, pastel colors, dialogues, the light, melancholy.

A great directorial debut about a strong woman, despite appearances, that can cope, with acceptable rationality, bad coincidences of a long day, full of unexpected obstacles and friendly hugs.

So, what about you, Chocolate or Vanilla? 

giovedì 25 luglio 2013

The English Teacher

Un film di Craig Zisk con Julianne Moore e Michael Angarano. Usa, 2013

Presentato al Tribeca film Festival 2013, è il primo film diretto dal regista di serietv Craig Zisk.

Linda Sinclair aveva 45 anni, era una nubile insegnante di liceo con nessuna prospettiva di matrimonio...Viveva sola in Pennsylvania e anche se la sua vita poteva sembrare fredda e noiosa, lei era una donna passionale.”

Suona più o meno così l'incipit del film, raccontato da una voice over impertinente che nei momenti clou dell'opera, interviene incredula a sindacare sulle scelte della protagonista.

Un inizio intrigante che sa di archetipo contemporaneo, quello della donna single e intellettuale che ha reso la propria esistenza degna d'essere vissuta in ogni piccolo piacere quotidiano, va a sfumare poi in uno svolgimento più convenzionale deludendo le aspettative iniziali.
La struttura del racconto che inizialmente appare innovativa, anche nello stile registico, ad un certo punto del film si assesta: nel complesso, gli avvenimenti fuori dal comune, le reazioni dei personaggi e i loro comportamenti sono grotteschi e divertenti, non fosse per la trama in sé che perde d'interesse in corso d'opera.

I temi principali, il teatro, l'arte, la vita d'artista e le loro conseguenze, rendono colti ed interessanti i riferimenti letterari che si possono cogliere all'interno di una sceneggiatura scritta bene e recitata con eleganza.
Le ambientazioni poco cittadine, leggermente cupe e con una forte predominanza d'interni, rendono l'atmosfera della commedia più british e plumbea, in linea con le vicende, le quali seguono un andamento alternato tra comicità e dramma.
La colonna sonora d'autore rende i momenti più culminanti ancora più intensi mentre le riprese dall'alto richiamano uno stile più indipendente che si confonde nel film senza diventare protagonista.


The English Teacher premiered at Tribeca Film Festival in 2012. It talks about a very independent woman who tries to refresh the traditional teaching method. She lives in a small town in Pennsylvania and she becomes good friend with an old pupil who returns from New York. He is a liar and a failed playwright who fascinates her but something goes wrong.
The beginning of the film is innovative and unconventional but starting from the middle of the plot, the events are taking a turn a little trivial.

The main themes are the theater, the art, the artist's life and their consequences. Leaden atmosphere and country setting make it look like a British movie. The soundtrack, created also by Nick Cave, is one of the major points of interest. Enjoy!

domenica 21 luglio 2013

Little Miss Sunshine

Un film di Jonathan Dayton- Valerie Faris con Paul Dano, Toni Collette, USA, 2005.
Presentato al Sundance Film Festival nel 2006, è uno dei road movie familiari più divertenti e ben girati del cinema indipendente americano. Comedy e dramma in una stessa ricetta dal gusto inconfondibile.

Come molti film d'ispirazione indipendente, anche Little Miss Sunshine inizia con una carrellata di presentazione dei suoi bizzarri personaggi, ognuno unico nel suo genere, visto attraverso una propria caratteristica, nevrosi o stranezza.
Gli occhialoni dietro cui si celano gli occhi furbi, sensibili e sbarazzini di una dolce bambolina dai sogni importanti, sono la prima immagine dopo la quale inizia la rocambolesca traversata americana di una famiglia fuori dal comune: partenza dal Nuovo Messico, destinazione California.

Scritto abilmente da Michael Arndt, vincitore non a caso dell' Oscar alla sceneggiatura, e firmato dai geniali coniugi Dayton-Faris, è il film capostipite di tutta una serie di altre opere ad esso ispirate nonché prodotte, tra gli altri, dai fratelli fondatori di Big Beach: Marc Turtletaub e Peter Saraf.
Il tema del viaggio è quello che contiene poi tutte le altre tematiche ad esso correlate quali lo spirito familiare, la lotta personale alla volta di un sogno, l'unione e l'ironia a fronte delle disavventure.
Ogni personaggio è completo nella sua psicologia, nel carattere e nell'espressività: ottimi attori e buoni ruoli da interpretare, la sintesi perfetta.
Toni Collette (da poco recensita in Jesus Henry Christ) nei panni di una mamma gentile, sposata con un uomo inizialmente fastidioso che però riesce a riscattarsi, è colei che cerca di tenere le redini di una famiglia potenzialmente allo sfascio ma che invece trova nell'unione del sangue, il motivo per risollevarsi. Paul Dano, che in Ruby Sparks è ormai uomo fatto, intellettuale nevrotico alla ricerca della donna perfetta, qui è un adolescente sognatore e problematico, spirito punk, ribelle e scontroso dall'animo sensibile.
La piccola Olive, invece, è la mascotte di famiglia, fuori dall'ordinario, adorata a dismisura dal nonno e con una consapevolezza disarmante. Fondamentalmente è lei il motore della faccenda: si va in California per farla partecipare ad un concorso di bellezza.

La colonna sonora frizzante e movimentata, segue il ritmo del film che, soprattutto nella parte centrale dello svolgimento, si fa frenetico e sempre più divertente.

Un bel cine-proposito estivo da riguardare, commovente.


Little Miss Sunshine: it premiered at Sundance Film Festival in 2006. It's a fabulous road movie about the adventures of a very funny family.
Ably written by Michael Arndt and signed by the brilliant couple Dayton-Faris, the film is the founder of a whole series of other works inspired by it and produced, among others, from the founding brothers of Big Beach Films: Marc Turtletaub and Peter Saraf.
The main theme is the journey, along with the personal struggle for a dream come true, the union and irony against mishaps. Each character is complete in its psychology, personality and expressiveness: good actors and good roles to play, the perfect synthesis.







mercoledì 17 luglio 2013

Friends With Kids

Un film di Jennifer Westfeldt con Jennifer Westfeldt e Adam Scott. USA, 2011.
Opera prima d'autore per la regista indipendente Jennifer Westfeldt, ottima sceneggiatrice ed interprete sia di questo che dei precedenti film scritti, tra cui Kissing Jessica Stein.
Friends with kids è mumblecore movie corale, dedicato ai nuovi "desperates thirty-something", presentato per la prima volta al Toronto Film Festival.

La Westfeldt è Julie, single convinta ed in carriera che insieme all'amico fraterno Jason (Adam Scott), decide di avere un figlio fuori dalla tanto temuta routine matrimoniale. Insieme ad una fitta schiera d'amici sposati che non vogliono imitare, partecipano a cene, vacanze ed incontri anche con i rispettivi partners, fino a che il loro sicuro equilibrio non viene turbato.
Un risvolto dolce e romantico anima questa commedia dai toni talvolta drammatici e commoventi: il grande tema principale è rappresentato dalla paura, quella delle giovani coppie che temono la fine del proprio amore e dell'attrazione a causa del matrimonio corredato di figli. E poi c'è l'amicizia sincera, la famiglia, il sesso, tutte componenti fondamentali di un'opera scritta con estrema grazia.
La sceneggiatura è perfettamente equilibrata nella sua ironia leggera e scanzonata, alternata ai più cupi momenti di tristezza, quelli dell'amore non corrisposto, della fine di un matrimonio o di un'amicizia.

Tra i personaggi secondari, la migliore interpretazione è sicuramente quella di Maya Rudolph, compagna e madre accogliente, espressiva e non convenzionale in un ruolo differente ma poeticamente simile a quello che aveva nello splendido American Life.

Nato dall'esigenza della stessa regista e del suo compagno Jon Hamm (qui attore e produttore) di esorcizzare il dispiacere di vedere i loro amici personali spariti dopo aver avuto figli, il film diventa quasi un manifesto generazionale, universale per trama ed intenzioni, ma allo stesso tempo non scontato. 
Una regia colorata, dolente e intelligente, firmata da una mano femminile riconoscibile e sensibile, che è stata in grado di conciliare direzione ed interpretazione nel migliore dei modi mescolando animo romantico, disillusione e cinismo con sapiente maestria.


Friends with kids is Jennifer Westfeldt's debut and it premiered at Toronto Film Festival.
She is the screenplayer, actress and director of this so funny but, at the same time, very romantic mumblecore movie. Starring with Adam Scott, excellent partner for her, they are a couple of bestfriends who decided to try have a son. And they do.
Main themes are fear about marriage, instability of thirty-something, responsability, frienship, love and sex. Screenplay well written in very funny way and well balanced.
The movie is a sort of generational manifesto about the crisis of values, economics, job and sentiments. A masterful direction is the real focus of this movie directed by a girly and romantic touch.


venerdì 12 luglio 2013

Smashed

Un film di James Ponsoldt con Mary Elizabeth Winstead, Aaron Paul. USA, 2012

Lontano dalla rassicurante e divertente comfort zone della comedy indipendente, Smashed arriva dal Sundance 2012 ed è un dramma insolito ed emotivamente impegnativo, seconda opera di finzione del regista.

Il significato del titolo richiama il puro e totale fallimento. Perfetti losers, infatti, sono i due giovani protagonisti, sposi infelici, alcolizzati in crisi: una triste storia di dipendenza, di lotta e fallimento che inizia con dei naif e leggiadri titoli di testa in corsivo, bianchi e puri, fino a raggiungere l'apice ed essere investita da un'atmosfera quasi black pietrificante, nonostante l'assenza di un reale risvolto nero. Un senso di spaesamento simile a quello del film Sightseers, con personaggi altrettanto mediocri dagli stessi sguardi di ghiaccio.

Due protagonisti ben assortiti, Kate (Mary Elizabeth Winstead) e Charlie (Aaron Paul) , rappresentano al meglio quella malata sensazione di unione ed intimità che si prova nel condividere una dipendenza morbosa in cui crogiolarsi, fino a quando uno dei due decide di riprendere in mano i fragili fili di un'esistenza non troppo gratificante, provocando la rottura di tale malsano equilibrio.
Oltre al tema fondamentale della dipendenza e della debolezza dell'uomo, si approfondiscono tematiche secondarie da non sottovalutare quali la solidarietà (presente ed assente), l'egoismo di chi, vedendosi fallito, non può sopportare le conquiste dell'altro tentando in ogni modo di sabotarle e il disinteresse generale nei confronti di chi prova a cambiare, contro ogni aspettativa.

Oltre al personaggio della madre di lei molto stereotipato, le due figure maschili principali (il marito di lei e il vicepreside della scuola in cui fa la maestra) sono le maggiori fonti di inquietudine del film: sono uomini dallo sguardo gelido che infondono paura e insicurezza, trasudano una sgradevole sensazione d'imprevedibilità, sono contraddistinti da una recitazione molto cadenzata, quasi come una cantilena folle che entra in testa senza più perdere il ritmo, e fino all'ultimo momento non si è in grado di comprendere a pieno le loro intenzioni.
E' un clima spaventoso, dunque, quello in cui Kate trova la forza di riscattarsi e diventare l'eroina del racconto, con un risvolto dell'intera vicenda abbastanza scontato.
Ripreso quasi interamente con una camera a spalla che conferisce al film un look indie apprezzabile, è un film molto cupo, dalla fotografia luminosa ma dai toni freddi, che all'inizio fanno un po' paura e sembrano non promettere nulla di buono.

Un film che non esprime giudizi bensì racconta una storia che diventa quasi un diario di bordo e sobrietà commovente nonché psicologicamente violento.


Smashed: it premiered at Sundance Film Festival in 2012, and it focus on a very strong theme: alcoholism.
The two protagonists are a young couple obsessed by alchol and when the girl try to change her complicated situation, everything appears to be different. Thanks some friends she can change her life and become a sober person.
Filmed almost entirely with a hand-held camera that gives the film an appreciable indie look, it is a very dark film: with bright but cold colored photography.

A psychologically violent film that does not judge anything but tells a story about sobriety.

martedì 9 luglio 2013

Jesus Henry Christ

Un film di Dennis Lee con Toni Collette, Jason Spevack. USA, 2012.

Scritto e diretto da Dennis Lee, è favolosamente interpretato da Jason Spevack, giovanissimo attore già visto e recensito nella bella comedy Sunshine Cleaning. Versione lunga dell'omonimo cortometraggio saggio di diploma dell'autore, è diventato un lungometraggio molto apprezzato, per di più presentato in anteprima al Tribeca Film Festival 2011.

Tutta la trama ruota attorno a Henry James che da neonato parlante si trasforma in bambino prodigio dalle abilità e dalla sensibilità disarmanti. E' la storia delle sue due famiglie, quella di nascita e quella acquisita che si intrecciano e confondono come in un complicato ed affascinante romanzo di formazione in salsa indie, con bizzarri ed eccentrici soggetti quasi usciti (Toni Collette lo è veramente) da una commedia di gusto Dayton-Faris come Little Miss Sunshine.

Tra i temi trattati, tutti con estrema leggerezza, spiccano la feroce esperienza scolastica adolescenziale, la ricerca delle proprie radici, l'omosessualità, la nascita in provetta, la famiglia, la malattia, la morte, e l'incontro, vero tema principale, da cui nascono le vere relazioni familiari, argomento che poi giustifica l'intera opera rendendola coesa e compatta nella trama e nello svolgimento.

Il trionfo pop di colori, inquadrature di dettagli e mani dall'alto ricordano i film di Wes Anderson, ed il rapporto tra i due piccoli protagonisti del film novelli fratelli, riporta all'innocenza cinica, disillusa ma anche poetica dei due personaggi di MoonriseKingdom, persi in un mondo che vedono attraverso occhi inspiegabilmente sempre diversi rispetto a quelli degli altri: visioni fantastiche considerate strane dal mondo esterno e per questo, straordinarie.
La tempesta di post-it, un po' come una pioggia di rane, è la classica scena madre per cui vale la pena di vedere il film: quella dopo la quale ogni cosa torna normale, forse migliore, e da semplice puntino nel caos si trasforma in nuova consapevolezza.


Prodotto da Julia Roberts, che ha recitato in un precedente film di Dennis Lee, Jesus Henry Christ gode, dunque, di una suggestiva fotografia, una semplice ma divertente trama, ottimi attori e una coinvolgente colonna sonora. Un racconto di vita a metà tra Little Miss Sunshine e Ogni cosa è illuminata.

Cosa desiderare di più da un film, oltre a voler scoprire il magico arcano celato dietro ad un titolo così misterioso?


Jesus Henry Christ: The plot revolves around Henry James who as a newborn speaking, turns into a child prodigy with disarming skills and sensitivity.
Main themes are the brutal adolescent school experience, the search of their own roots, homosexuality, birth in a test tube, the family and death. There is a fabulous triumph of color and Wes Anderson – reminiscences in details and shots of hands from the top or in the relationship between the two young protagonists. The storm of post-it, a bit like a rain of frogs, is a very powerful climax after which everything returns to normal, maybe better.
Produced by Julia Roberts, who starred in a previous film by Dennis Lee, Jesus Henry Christ has, therefore, a great photograph, a simple but entertaining plot, excellent actors and an engaging soundtrack.

What do you want from a movie, besides wanting to discover the magical mystery hidden behind a so mysterious title?

sabato 6 luglio 2013

This is 40

Un film di Judd Apatow con Paul Rudd, Leslie Mann, Lena Dunham. USA, 2012

E' il quarto film di Judd Apatow ed in generale si potrebbe definire un'opera familiare in cui recitano la moglie e le figlie del regista, con le quali ha collaborato anche nelle produzioni precedenti.
This is 40 è la classica commedia americana che ci si può aspettare da un produttore tanto lungimirante nello scoprire e produrre i giovani talenti, quanto convenzionale nel dirigere qualcosa che più che un film, alla fine, si rivela essere solo un prodotto realizzato per un determinato tipo di pubblico amante della commedia impacchettata e stereotipata, intrappolata in rigidi schemi difficili da varcare.

Siamo in pieno stereotipo americano: Los Angeles, le villette con il giardino dove organizzare fallimentari party di compleanni, una bella famiglia, marito, moglie e due figlie il tutto da gestire al meglio senza scordare amici, parenti, scuola e problemi finanziari.
Perché la strizzata d'occhio alla crisi va data e funziona, così come funziona la crisi esistenziale dei quarantenni moderni, alcuni mai cresciuti, incapaci d'assumersi responsabilità nel lavoro, nei rapporti, che mentono sull'età, organizzano feste e scappano, salvo poi ritornare all'ovile, repressi ed insicuri.

Brave Leslie Mann (la moglie di Apatow) e le figlie, un po' troppo patinato e belloccio, invece, Paul Rudd, che in teoria sarebbe il marito ribelle sì, ma anche un po' inetto, incapace di prendere una decisione e bugiardo cronico.

A dare ritmo e vitalità ci sono le nevrosi di una coppia che fa la radiografia ad ogni difetto e l'isteria di due figlie schiave di iPad, Wi Fi e serie tv.
dialoghi sono quella marcia in più che fa innalzare, anche se non di molto, il film rispetto alla paccottiglia delle commedie prezzolate che purtroppo infangano un genere invece sempre più vivo, poetico e ricco, quando ben fatto. Sceneggiato dallo stesso Apatow, il film ha dei risvolti inaspettati nella scrittura dei dialoghi: talvolta le conversazioni prendono una piega black, paradossale ed allo stesso tempo così freddamente normale per gli stessi protagonisti che tornano alla mente certi dialoghi strong di “Girls”, serie tv che Apatow co-produce insieme alla sua creatrice Lena Dunham che in questo film compare in un piccolo ruolo (come era successo in Supporting Characters)
Un punto in più per la colonna sonora molto curata dato il lavoro del protagonista Pete, fondatore di un'etichetta discografica indipendente dedicata alla musica di qualità.
Ricco di citazioni da film, telefilm, per più di due ore si viaggia nel “già visto” mescolato alla sorprendente contemporaneità dell'opera, la cui più ingombrante protagonista, in fin dei conti, è la tecnologia moderna ed i problemi che, inevitabilmente, se mal utilizzata, crea nei rapporti umani.




giovedì 4 luglio 2013

Breaking Upwards

Un film di Daryl Wein con Daryl Wein e Zoe Lister Jones. USA, 2009

Girato con un budget estremamente limitato di 15.000 dollari, è approdato nel Texas al festival South by Southwest.

E' il primo film diretto, interpretato e montato da Wein, co-prodotto e co-sceneggiato insieme alla compagna Zoe Lister Jones, anche lei protagonista, e realizzato come fosse un piccolo esercizio sentimentale, questa volta, rispetto al successivo Lola Versus più maturo e strutturato, più libero dagli schemi e meno comedy brillante.
Un progetto romantico autobiografico nato proprio dall'esperienza personale dei due autori che hanno deciso di rendere la loro vita amorosa un piccolo film ben scritto, ben girato e, neanche a dirlo, ben interpretato.

E' sempre ambientato a New York, per lo più tra le strade di Brooklyn o tra le splendide vie dei quartieri residenziali, ma è un'opera molto meno concentrata sul personaggio principale: qui la vera protagonista è la coppia in sé, in un'indipendente commedia tanto piacevole quanto malinconica, sulla stessa scia amara di Celeste and Jesse, altro gioiellino d'amore non esattamente spensierato.

Dalla realtà riprendono i loro veri nomi, Zoe e D., e portano in scena la crisi della coppia contemporanea. Più amici che amanti, decidono di aprire il loro rapporto per guarire dalla reciproca dipendenza, unica soluzione: concedersi dei giorni liberi. Giorni liberi che nessuno dei due sarà evidentemente in grado di gestire nel più sano dei modi. Un modo per rendere graduale la fine di un amore senza scelte drastiche tormentate, accompagnando per mano il naturale cessare di ogni cosa con più consapevolezza e serenità possibili.
Anche qui una grande presenza nella trama è la famiglia, in particolare le due famiglie che si fondono e confondono a metter disordine in due vita già emotivamente precarie.
Un particolare elogio va fatto a tutti quei personaggi tanto secondari quanto necessari alla buona riuscita del film, il quale da un certo punto di vista è considerabile, soprattutto in alcuni momenti, un'opera corale e familiare, ricca, inoltre, di particolari scenografici, locations perfette e scorci urbani contemporanei.


Un'ottima squadra artistico-amorosa in grado di produrre piccole opere indipendenti secondo la filosofia ad oggi più diffusa, non solo nel filmmaking, ovvero il cosiddetto Do It Yourself (DIY). Una coppia da tenere d'occhio poiché in continua evoluzione professionale, un po' “alla Lena Dunham” come afferma David Amsden sul New York Times



martedì 2 luglio 2013

Lola Versus

Un film di Daryl Wein con Greta Gerwig, Joel Kinnaman. USA, 2012

Presentata al Tribeca Film Festival 2012, è una deliziosa comedy indipendente dal sapore newyorkese, un po' Paris-Manhattan (senza Paris), un po' Ciliegine, un po' Julie Delpy: fil rouge fatto di donne, splendide protagoniste di un cinema d'autore spensierato.

Dopo un incipit onirico e spettacolare seguito da un inizio stabile e felice, il film inizia realmente e comincia a nascere e crescere quella componente emozionale che è continuamente messa in discussione durante l'intero svolgimento, senza mai essere, però, portata all'estremo, assicurando, dunque, allo spettatore una piacevole visione in leggerezza, rilassante e stimolante.

Una di quelle comedy romantiche senza struggimento che trattano il tema amoroso con l'ironia tipica dei personaggi nevrotici in stile Woody Allen, i quali nel loro maldestro arrancare cercano in ogni momento di rimanere a galla in una vita liquida e sfuggente, strappando sorrisi intelligenti.

Dietro una locandina che non promette nulla di buono, si nasconde, dunque, una bella sorpresa che parla d'amore, sesso, amicizia, sia presi singolarmente che confusi tra loro nonché tra i diversi personaggi, sempre vagamente sperduti nelle proprie vite di trentenni irrisolti.
Un altro tema portante del film: la presenza della famiglia. Abituati alle serie tv più comuni e ai telefilm in cui le figure genitoriali sono solo ingombranti assenze, in questi nuovi film d'autore ritorna il calore familiare, quello che, all'occorrenza, è sempre pronto a tamponare errori e tristezze: spesso una famiglia chiassosa (penso a quella di Marion in 2 days in New York) e divertente, in questo caso composta da un padre sicuramente eccentrico che dispensa senza pudore saggi consigli di coppia o una madre che riprende in mano la vita della figlia per rifarle spiccare il volo.

Scritta a quattro mani dal regista Daryl Wein e dalla fidanzata attrice e sceneggiatrice Zoe Lister Jones (qui nei panni della migliore amica di Lola), la sceneggiatura è scorrevole, asciutta, originale nei dialoghi e nel delineare nei particolari le personalità e le psicologie dei protagonisti, accurata. Un'opera seconda di coppia che supera l'esame e diventa matura, sempre dall'allure indipendente ma comunque finanziata con un budget che il loro primo film (Breaking Upwards) non si sarebbe mai sognato.

Greta Gerwig, nonostante non sempre compaia in film degni di nota (qui ho recensito Greenberg), si dimostra particolarmente brava ed adatta a questi ruoli di donna impacciata, single o impegnata che in qualche modo si salva sempre da sola, fiera di un'indipendenza disordinata e frenetica, che in fondo non vuole stravolgere.
Perfetta insieme alla compagna di marachelle sentimentali Zoe Lister Jones, ovvero l'amica Alice afflitta dalla sua singletudine perenne, vivace prezzemolina e, come tutti gli altri personaggi del resto, pronta a combinarne sempre qualcuna per poi farsi perdonare. 

Un vero piacere per occhi e cuore.


Alla prossima cine-recensione sempre in tema d'amore firmato Daryl Wein!