domenica 9 novembre 2014

Stupeurs et Tremblements



Amélie Nothomb la si odia o la sia ama. Chi la ama, succede che guarda anche i film tratti dai suoi libri, fosse solo per entrare un poco ancora nel suo mondo incantato, cinico, sarcastico e ingenuo allo stesso tempo.

Nel 2003 esce il film francese Stupeurs et Tremblements del regista Alain Corneau. E si tratta di un bel film: la storia è quella raccontata nell’omonimo libro, la sceneggiatura è curata anche dalla stessa scrittrice e i personaggi, immersi nelle loro atmosfere ovattate, talvolta surreali, danno un volto che non delude ai protagonisti del romanzo.

Siamo in una multinazionale giapponese. Amélie, giovane ragazza belga dall’aria sognante e irriverente, è riuscita a farsi assumere coronando il suo grande sogno di tornare in Giappone, splendida terra natale che fin da bambina non aveva più dimenticato. E’ così che inizia la sua avventura, al fianco di una responsabile crudele, bella e silenziosa come una tempesta di neve.

L’attrice principale Sylvie Testud si cala a meraviglia in un ruolo non facile, che la vede dover fare i conti con tutto un immaginario che Amélie Nothomb ha creato intorno ai suoi personaggi, arricchito di libro in libro, complesso e duro da tradurre in immagini. 
Il film in generale ruota, dunque, attorno alle performances della Testud, unica vera speranza per la riuscita dell’opera: sono belle le scene in cui, in primissimo piano entriamo nei suoi pensieri, scrutiamo gli occhi increduli e cerchiamo di tradurre gli impercettibili movimenti della sua mimica facciale, è spettacolare la scena del ballo di notte, folle liberazione da ogni silenzio e umiliazione subiti, così come hanno un esito calmante le scene in cui bacia la città dall’alto giocando con la vita e le sue avversità.

E poi ci sono le diversità culturali, l'onore, i sentimenti visti da due mondi differenti che hanno in comune una sola cosa...la pioggia.